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Cod Art 0423 | Rev 00 | Data 20 Giu 2011 | Autore: Romagnoni Giovanni

 

   

 

VITA DURA PER LA FOCA MONACA

Verso la metà di Aprile, una femmina di foca monaca (Monachus monachus) col suo cucciolo, sono comparsi nel porto di Aegialis, sull’ isola greca di Amorgos, nelle Cicladi. Le due foche, secondo quanto riportato dai media locali, si erano intrattenute per circa 3 ore nel porto, giocando con le persone sulla spiaggia. Qualcuno ha anche ripreso la foca in un video. Il cucciolo è rapidamente diventato il beniamino della popolazione locale. Alcuni giorni fa, purtroppo, il cucciolo è stato trovato morto dagli abitanti dell’isola. La morte non sarebbe naturale: il giovane maschio, di circa 6-7 mesi di età, è stato ucciso da un oggetto acuminato che ha perforato i polmoni, secondo l’autopsia effettuata dagli specialisti del MoM, organizzazione greca per la protezione della foca monaca. L’uccisione è sicuramente stata deliberata e intenzionale.

Buone notizie invece dalla Croazia: una spedizione congiunta Italo-Croata si è impegnata negli scorsi mesi per monitorare la presenza della foca lungo le coste dell’Istria, nei pressi di Pula. Qui negli ultimi anni ci sono stati numerosi avvistamenti di alcune foche, ed è fondamentale capire se si tratta di avvistamenti saltuari di individui vaganti (cosa comune per questa specie), o se invece una nuova colonia di foche si sia stabilita qui. La spedizione, finora, ha avvistato un esemplare che dormiva in una grotta, ed è riuscita a raccogliere campioni di feci da analizzare e a prendere le misure delle impronte, in base alle quali si è stabilito che si tratta di un giovane.

Gli esperti sostengono che la foca monaca mediterranea, nonostante i molti problemi e la popolazione ridotta (le stime parlano di meno di 500 individui in totale), abbia un buon potenziale di espansione. Ogni anno, molti giovani migrano dall’areale di origine in cerca di nuove zone da colonizzare; spesso vengono avvistate anche lungo le nostre coste, ancorché in modo saltuario. Il fattore critico, comunque, non è la mancanza di habitat adatti, ma la sensibilità delle popolazioni locali. È la competizione diretta con l’uomo a limitare la formazione di colonie stabili, e quindi il ritorno delle foche nelle aree in cui un tempo erano comuni. Ne è un esempio il recente caso della foca avvistata in Egitto, a Marsa Matruh. Durante la primavera, un esemplare è stato visto più volte dai pescatori, e segnalato agli studiosi e alle autorità. Il fatto ha destato molto scalpore fra i locali, che non ricordavano di aver mai visto né sentito parlare della presenza di foche in questa zona. Alcuni dei pescatori hanno anche denunciato ingenti danni alle proprie reti da parte della foca. I pescatori hanno persino ripreso con un cellulare l’animale mentre dormiva. Purtroppo, anche in questo caso, pare che l’animale sia stato ucciso.

Le uccisioni intenzionali sono ancora una delle maggiori cause di morte per le foche monache, un fenomeno gravissimo per una specie in pericolo diretto di estinzione, con una popolazione ridotta al lumicino e sottoposta a forti pressioni. Il motivo delle uccisioni, oltre all’ignoranza, è la percezione che la foca sia in competizione coi pescatori per il pesce. Le foche consumano quantità notevoli di pesce, spesso rubandolo dalle reti dei pescatori, e danneggiando le reti stesse. Le foche però possono divenire una importante fonte di introiti per la popolazione locale, come dimostra l’esempio delle isole Sporadi settentrionali, in Grecia, che ospitano la più grande popolazione di foca monaca in Mediterraneo. Qui il turismo è fiorente, attratto anche dal Parco Marino creato proprio per la protezione delle foche. Il coinvolgimento dei pescatori e una seria campagna di informazione e sensibilizzazione della popolazione locale sono presupposti fondamentali per rendere possibile il ritorno della foca. La speranza è che l’attitudine delle popolazioni costiere rispetto a questi animali cambi nei prossimi anni, l’unico modo per evitare che questa splendida specie, caratteristica del nostro mare, si estingua.

Giovanni Romagnoni, Notizie dal Mare.